giovedì 9 novembre 2017

LA VOCE IN MASCHERA NEL CANTO LIRICO, O SIA IL SUONO "AVANTI"

IL SUONO IN MASCHERA NEL CANTO LIRICO, O SIA IL SUONO "AVANTI"
di Astrea Amaduzzi

Questo articolo è la prefazione dell'articolo

La verità della "maschera" spiegata dal tenore Aureliano Pertile



"Ho qualche dubbio sulla tecnica vocale che mi hanno insegnato, soprattutto perché dopo anni di studio io mi sforzo e arrivo a sentire dolore ed essere afono, cantare non dovrebbe essere altro?"

Questo è quanto mi sento dire troppo spesso. La domanda successiva la faccio io:

"Che cosa ti hanno spiegato sulla tecnica vocale?"

E questa, è la risposta agghiacciante che arriva puntuale:

"Non ho capito molto sulla respirazione, mi hanno detto che devo respirare poco (n.d.r. qualcuno è arrivato a dire "non respirare perché il corpo respira da solo").... e poi mi hanno detto di mandare il suono indietro, verso la nuca, verso il muro".


No, non va bene.
Chi vi dice di non respirare o respirare poco, o respirare senza muoversi
è un assassino della voce.
Chi vi dice di mandare il suono indietro, nel muro, nella nuca,
è un assassino della voce.
Chi vi dice di cantare infilandovi oggetti o pugni nella bocca
è un assassino della voce.
Non si può riuscire a cantare repertorio operistico in questo modo, perché la voce si blocca.
Sprecare anni di vita e possibilità dietro queste falsità sulla tecnica vocale vi farà solo un gran male.

Ricordo come fosse ora la mia prima lezione di canto, ero felicissima e piena di curiosità perché cantare - già lo sentivo - era la cosa che più amavo fare. Avevo 12 anni.
Il Maestro prima di iniziare ad ascoltare la mia voce mi disse poche cose che sarebbero state un faro luminoso per la mia vita nel canto.

"Astrea, che bel nome che hai! Sentiremo la voce, ma prima devi sapere come funziona il tuo strumento. Perché la voce deve essere impostata. Prima di tutto per imparare a cantare bene devi saper respirare bene, con una respirazione ampia e profonda e in basso, con la pancia, vedi?" 

Il Maestro mi fece vedere come respirava mentre mi faceva sentire i muscoli addominali che funzionavano benissimo... pancia in fuori!

E poi mi fece sentire un vocalizzo su tre note congiunte in una zona media della voce di tenore - con una o sonora e robusta, quillante e ricca di armonici.

"Ecco!" - disse il Maestro - "vedi? Morbida, morbida qui (si toccava la mandibola) come uno sbadiglio! E poi il suono dev'essere mandato su, AVANTI, IN MASCHERA, prova a cantare così!"

Dopo un brevissima prova d'intonazione, mi face fare tre suoni congiunti sulla vocale O.

"No, non va bene, senti che non va su? Il suono deve girare e andare in MASCHERA, AVANTI" (Il Maestro indicava con il dito in diagonale verso l'alto all'altezza del naso) "La maschera è importantissima, perché la voce si deve amplificare in modo naturale, con il sostegno del fiato, adesso prova con la U"

Ripetei la successione di note sulla U in una zona centrale e comoda della mia estensione e... come per magia la mia voce squillò e si fece brillante e sonora

"Ma che bella voce Astrea, tu sei un usignolo! Ecco, e adesso dove hai messo la U metti la O e tutte le altre vocali!"

Il Maestro mi aveva insegnato le basi più semplici, vere e profonde del sistema tecnico - vocale migliore che ci sia con una facilità disarmante, e questo è quello che io insegno tutt'ora ai miei Allievi.

Che cos'è il SUONO IN MASCHERA o SUONO AVANTI?

E' un sistema che serve a rendere la voce brillante, squillante, potente ed efficace (anche nelle condizioni acustiche più infelici!)...

Il fiato passa attraverso le corde vocali e - permettetemi un termine "pittorico" - si "tinge" delle vibrazioni delle corde vocali, ma questo non basta. Questo flusso d'aria che porta il prezioso carico sonoro con sè, deve essere indirizzato soprattutto nella parte centrale e bassa della voce in alto. Un'immagine utile può essere quella di immaginare di dirigere il suono "verso il naso" e "avanti"

- senza naturalmente far confusione tra "suono in maschera, avanti" e "suono nasale" che invece è da evitare.

Il "SUONO IN MASCHERA" è ricco, vivo, brillante e bello, il SUONO NASALE è ovattato, sgraziato, costretto e difficile da formare  e ricorda lontanamente...  il timbro di un'oca!


Pronunciando la vocale U su una nota media della vostra prima ottava (ad esempio per soprani e tenori il SOL), non farete altro che questo, sollevando il palato molle farete in modo che le vibrazioni prodotte in gola mettano in vibrazione quella che appunto viene identificata "MASCHERA" ovvero cartilagini del naso e zigomi.

Non aspettatevi enormi vibrazioni; sentirete vibrazioni lievi e un suono che schizza in alto da solo, ricco e penetrante, più potente certamente di un normale suono che resti bloccato in gola. Il canto lirico parte da questo punto e con l'aiuto di un vero bravo Maestro, attraverso adattamenti vocalici e cambi di posizione soprattutto mandibolari, sviluppa una totale facilità di emissione sempre più alta e potente sia nelle note più acute che in quelle più basse. 

Il canto lirico è facile, se sentite fatica in gola, muscoli e costrizione nel collo siete sulla strada sbagliata. Il suono dev'essere non troppo largo ma squillante e penetrante, queste caratteristiche lo renderanno naturalmente potente.

Sulla voce in maschera alcuni cantanti che hanno fatto la storia dell'opera italiana hanno scritto cose assai chiare, altre meno semplici, ma tutte assieme aiutano a spiegare come meravigliosamente perfetta sia questo tipo di emissione.

L'importanza del suono proiettato in maschera determina anche la buona riuscita del "famoso passaggio" di registro agli acuti, esattamente come spiegato dal leggendario tenore Aureliano Pertile:

"...Può accadere che, invece di appoggiare più ALLA MASCHERA in maniera che automaticamente il suono si raccolga e arrotondi di per se stesso, lo chiuda, irrigidendo i muscoli del collo e quindi strozzando la gola: in tal modo il FA e il FA DIESIS diventano scuri come il SOL, baritoneggianti, mentre nella colonna vocale (che ha l'appoggio sul diaframma a mezzo del fiato, e l'altro polo di corrispondenza vibrante nella MASCHERA facciale) avviene una strozzatura in corrispondenza della parte posteriore del faringe. È facile comprendere come detta strozzatura dia una forte fatica alle corde vocali; impedisca la libera e facile emissione del suono, e permetta di cantare malamente solo con la gioventù e la forza.
Il cantante diventa rosso, quasi cianotico e salta senza nessuna gradazione dalle note di passaggio alle note così dette chiuse (raccolte al massimo) del registro acuto."

Pertile prosegue spiegando che un suono perfetto nei centri, con relativo accomodamento delle note di passaggio al registro acuto, e conseguente meravigliosa emissione acuta senza sforzo, è l'indice della vera perfezione nel canto:

"La fusione del colore di queste tre note, "Fa, Fa diesis, Sol", emesse con progressivo appoggio alla maschera, costituisce la perfezione canora."

(Citazioni di Pertile tratte da: Domenico Silvestrini - "Aureliano Pertile e il suo metodo di canto" - Bologna, Aldina Editrice, 1932)
"PROGRESSIVO APPOGGIO ALLA MASCHERA", che vuol dire?
In altre parole Pertile spiega le proprie sensazioni vocali, e ci illustra come il suono anche salendo non sia costretto, ma galleggi "appoggiato", "aiutato" da un flusso d'aria che sia capace di levitare alla cosiddetta "VOCE DI TESTA" o voce di zona acuta.

Lasciare la laringe libera di muoversi nel passaggio di registro e negli acuti è la chiave di volta per concquistarli sicuri e sonori, semplicemente sostenendo poco più con il fiato e adattando le posizioni mandibolari a un sistema perfetto.

Il canto lirico è un canto IMPOSTATO, la stessa Luisa Tetrazzini, leggendario soprano capace di essere udita da migliaia di persone all'aperto, ci ha lasciato una bellissima testimonianza sull'impostazione vocale nel canto lirico:

«(...) si è soliti istruire l'allievo a cantare "avanti", "dans le masque" (IN MASCHERA), e così via, ma andrebbe capito con chiarezza che sebbene tali termini siano utili dal punto di vista pratico, ciò nonostante sono solo un "façon de parler" (modo di dire), e un mezzo per istruire l'allievo ad aggiustare ed adattare l'intero apparato vocale, per così dire, nel modo più efficace possibile. (...)
Alcuni fortunati, come me, possiedono voci che sono già perfettamente posizionate per Natura. (...) Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi la voce dello studente non è naturalmente posizionata in modo da dare i migliori risultati. Vale a dire che con un'istruzione e una formazione adeguate si può ottenere di produrre risultati migliori—suoni più armoniosi, maggior suono, più risonante, e così via - ed è qui che l'assistenza d'un insegnante esperto e capace non ha prezzo.
»
(dal capitolo "Placing the voice" del libro "How to sing" di Luisa Tetrazzini pubblicato nel 1923)
Anche il baritono Titta Ruffo ci parla delle sue sensazioni vocali identificabili proprio con quelle che si definiscono di "suono in maschera":

«(...) credo che uno studente di canto, dopo aver ben piantata la voce nelle fondamenta – cioè dai suoni più gravi fino alle estreme note alte, sempre composta, libera, appoggiata, riunita tutta AL DI SOPRA DEL PALATO, senza contrazioni muscolari (...) possa con l'esercizio riuscir a formare tutti i colori di una tavolozza sonora, ed esprimere così tutti quanti i moti dell'anima in tutte le loro tinte e i chiaroscuri. Certo non è cosa né facile né breve. A perfezionare la voce umana, diceva giustamente uno de' più geniali e dotti artisti, Antonio Cotogni, occorrerebbero due vite: una per studiare, l'altra per cantare.»
(da: Titta Ruffo - "La mia parabola" - Fratelli Treves Editori, 1937) 
 
E anche il tenore Beniamino Gigli insiste sul suono "AVANTI". 

"(Gigli accenna cantando): «Senza cambiare nulla io canto sempre lì» !!! (...) ora la dizione nostra è chiara, è semplice, è così, AVANTI e come la voce nostra noi portiamo sempre, è vero, questa voce, sempre la voce AVANTI"
(Masterclass di Beniamino Gigli a Vienna nel 1955)
Un altro leggendario tenore, Giacomo Lauri Volpi ci insegna:

"Infatti la MASCHERA facciale corrisponde al timbro e il timbro alla maschera. Un timbro chiaro, schietto, armonioso è proprio di chi sa ben respirare e modulare gli armonici (...)
Per MASCHERA non è da intendersi la cavità nasale soltanto. E la risonanza nasale non va identificata col suono nasale."

E poi ancora sul suono su posizioni "alte":
"Per ottenere l'A estetica, tecnica, artistica, sarà sufficiente illuminare la mente con l'idea della "verticalità" del suono."

"(...) Qualunque nota, a qualunque regione appartenga, va collocata in corrispondenza dei seni frontali in modo che, per "simpatia", partecipino alle risonanze anche le cavità etmoidali sfenoidali mascellari nasali. Collocata la prima nota le altre seguiranno sul filo del soffio che produce le meraviglie del "cantar legato" e del "legar cantando". Una sola nota che devii da quel "curriculum" sbanda le ulteriori. E la frase musicale apparirà come un tessuto scucito."
(da: Giacomo Lauri-Volpi - "Misteri della voce umana", 1957)
Anche il soprano Licia Albanese parla della voce in maschera:

"(...) Ma il suono dovrebbe uscire...attraverso la MASCHERA...brillante e vivo. (...) Tutto IN MASCHERA...rotondo...bello...facendo attenzione alla bellezza."
Il tenore Franco Corelli, che studiò per oltre 10 anni con il grande Giacomo Lauri Volpi così ci parla della maschera:

" (...) la cosa importante è che, se si "percepisce" la voce che batte nella MASCHERA, significa che la voce e la gola sono libere. Perché quando la gola è libera, e si permette al fiato di passare con tranquillità, e le corde sono in salute, solo allora la voce batte nella MASCHERA."
 
E naturalmente anche Rosa Ponselle, soprano eccezionale scoperto da Caruso, parla della voce in maschera:
"Cosa ne pensa del posizionamento?"
«Si usa la MASCHERA... AVANTI,» ella rispose. «Si ha la sensazione che la faccia stia per staccarsi.»
- "Per le vibrazioni?"
«Sì.»
- "Lei usava la voce di petto?"
«Solo quando necessario, ma sempre IN MASCHERA
."

(Citazioni tratte da interviste condotte dal basso Jerome Hines, riportata in: J.Hines - "Great Singers on Great Singing", Doubleday, 1982)
Carlo Bergonzi, tenore dal fraseggio eccezionale e dalla vocalità facile e generosa ci parla della voce  IN MASCHERA:
«(...) la voce deve essere sempre coperta e tirata SULLA MASCHERA ricorrendo al fiato, altrimenti il suono non gira. (...)
il canto, quando la voce è a posto, è un divertimento. Non è una fatica! E’ una fatica quando si canta indietro.»
(da un incontro con Carlo Bergonzi - Parma, Casa della Musica, 11 ottobre 2008)
Il tenore Ugo Benelli parla del suono AVANTI:

"Intanto il primo passo è mettere la voce nella "Gnagnera", diciamo lì, anche se sa un po' di naso, non importa, basta che sia IN AVANTI." Perché le gallerie non si scavano tutte assieme, ora sì, si chiama "talpa", ma una volta... la galleria si scava piano piano, l'importante è andare avanti in questa galleria, capisci..."
Straordinaria anche la testimonianza di Virginia Zeani, allieva di Pertile:
"Da un punto di vista tecnico, ecco quel che io chiamo il mio sistema di canto: in italiano diciamo "raccogliere i suoni". Ciò significa che si devono raccogliere le vibrazioni, i "suoni", IN un punto, la MASCHERA, che consente alla voce d'essere brillante quanto più possibile con il minor sforzo possibile"

Quindi cari studenti di canto, vi ricordo ancora una volta:

NON CREDETE a chi vi dice di non respirare o respirare poco, o respirare senza muoversi.
NON CREDETE a chi vi dice di mandare il suono indietro, nel muro, nella nuca o nel "cappello del mago" (...)
NON CREDETE a chi vi dice di cantare infilandovi oggetti o pugni nella bocca.
NON CREDETE a chi vi dice che la maschera sia inutile.
NON CREDETE a chi vi dice scrive senza essere capace di fare esempi chiari.
NON CREDETE a chi vi dice che per imparare a cantare servano decine di anni.

Per dirla molto semplicemente trovo sia splendida la frase pronunciata da Birgit Nilsson che insegna come produrre la voce in maschera
"PIU' LEGGERO, PIU' AVANTI, PIU' NELLA "MASCHERA", TROPPA GOLA"


Non è una voce lirica quella che è povera d'armonici,
che non ha squillo, che non corre,
non è proiettata e quando l'emissione
non è pulita, limpida, ma sfocata, opaca, 
velata, con l'aria in mezzo alle corde, ingolata ed afonoide.

Al contrario, è voce lirica quella che viene mantenuta dal cantante
sempre ben "a fuoco"
in tutte le dinamiche dal Pianissimo al Fortissimo.

Come approfondimento dell'argomento si suggerisce la lettura dell'articolo: "LA VERITA' DELLA MASCHERA SPIEGATA DAL TENORE AURELIANO PERTILE"



Aperte le iscrizioni per l’Anno Accademico 2020/2021 in Italia per Alessandria e Castelvetro di Modena

Offerte formative dei corsi:

Corso di alta formazione per cantanti d’opera
(corso primario, medio e avanzato)
Corso di alto magistero per l’insegnamento del canto lirico
Corso “Opera Senior”
Corso Pre-accademico (anche on line)

Opere in programma in collaborazione con importanti realtà estere:
Rigoletto e Cavalleria rusticana

Tutte le informazioni su: www.accademiabelcanto.com


Nessun commento:

Posta un commento